Sicilia: l’isola dall’anima dolce!
Un viaggio in Sicilia è un matrimonio di sapori e vini dolci da gustare almeno una volta nella vita!
Al centro del Mediterraneo troviamo una magnifica isola la Sicilia, terra dalla forte identità storica, una delle località più amate e visitate nel nostro paese grazie all’immenso patrimonio artistico, naturale e soprattutto culinario.
La Sicilia un’isola che ti seduce per la ricchezza dei sapori e ti conquisterà per la varietà dei suoi vini dolci, dai passiti ai vini liquorosi, per i quali è famosa nel mondo.
Ecco alcuni consigli per orientarsi in questo mare di dolcezza che renderà la vostra vacanza siciliana un’esperienza indimenticabile con un solo inconveniente: mettere su un chilo al giorno senza che te ne accorga!
La regina indiscussa dell’isola è la CASSATA SICILIANA, è uno dei migliori dolci dell’Italia e conosciutissima in tutto il mondo, un trionfo per gli occhi e per la gola. Si narra che le sue origini siano dovute agli arabi che hanno introdotto in Sicilia la canna da zucchero, il limone, l’arancia amara, il mandarino e la mandorla. Deve il suo nome al termine arabo quas’at, che significa casseruola, cioè stampo rotondo usato per la preparazione.
Si accompagna perfettamente al Ben Ryé Donnafugata, che ne sostiene il portamento e l’esuberanza: un vino complesso al naso ed al palato che racconta i colori della sua terra fatta di lava, vento e salsedine. Un vino dai profumi intensi di frutta matura, albicocche e datteri, ancora fichi secchi. In bocca un’esplosione di sapori avvolgenti ed in contrasto tra loro: buona freschezza e note saline. Si fa bere con avidità e richiama l’incontro con la succulenza rotonda della cassata.
SUA MAESTA’ IL CANNOLO
Vi presento il CANNOLO, emblema della mascolinità sicula e di velate metafore, ma soprattutto Principe dominatore dei palati ghiotti di dolci…!
La storia racconta che nacque a Caltanissetta, in arabo “Kalt El nissa” ovvero “Castello delle donne”, ove gli emiri saraceni tenevano i propri harem, e dove le donne, durante le lunghe assenze dei propri consorti, si dedicavano alla preparazione di dolci prelibati. Seppur nato a Caltanissetta, i pasticcieri palermitani hanno personalizzato la ricetta e gli hanno dedicato la “Sagra del Cannolo Siciliano” e “Cannoli & Friends” nella cornice di Piana degli Albanesi, la prima a gennaio la seconda a maggio.
Il nome ha origine da uno scherzo carnevalesco che consisteva nel far fuoriuscire dal cannolo (canna, termine arcaico per indicare una sorta di rubinetto) di un abbeveratoio: crema di ricotta al posto dell’acqua.
Il cannolo è delizioso ma in ogni provincia si usano differenti tecniche di decorazione finale del dolce: pistacchi tritati di Bronte a Catania o filetti di scorza d’arancia candita a Palermo, seppur la ricetta tradizionale è con farina e zucchero ed il ripieno con ricotta di pecora freschissima dal sapore inimitabile.
Il matrimonio del cannolo è con il Planeta Passito di Noto un vino dolce dal profumo di mela e canditi, che ne esaltano il sapore fresco e profondo, adatto anche ai gelati oppure al Moscato di Noto dal colore giallo paglierino tendente al dorato ed al naso con il profumo di miele, albicocche, fichi e vaniglia.
IL MARZAPANE
Dall’arabo mauthaba, il marzapane, è un tipico dolce che arrivò sull’isola dopo la dominazione araba. Famoso nel mondo perché nella sua preparazione prevede la perfetta imitazione o riproduzione di frutta o talvolta ortaggi. La base della ricetta è esclusivamente la farina di mandorle e zucchero, ed è un prodotto inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) ed è riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale siciliano.
Nella tradizione siciliana, la frutta di Marzapane viene usata per la commemorazione dei defunti (“festa dei morti“). Il nome deriva dalla Chiesa di Santa Maria della Martorana, eretta nel 1100 dall’ammiraglio greco-siriaco del re Normanno Ruggero II, nei pressi del monastero benedettino fondato dalla Eloisa Martorana da cui prese il nome. La frutta è nata perché le suore del convento della Martorana, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino ne crearono di nuovi con mandorla e zucchero, per abbellire il convento in vista della visita del papa dell’epoca.
I vini che valorizzano particolarmente il gusto delle paste di mandorla e ne esaltano la fragranza e la delicatezza è sicuramente rappresentato da un vino Marsala D.O.C. prodotto nella punta occidentale dell’isola. La frutta secca in generale si abbina divinamente con vini bianchi fermi e robusti: l’abbinamento di un passito con ad esempio dell’uva passa, dello zenzero o delle albicocche secche risulterà eccellente oppure un MARSALA Ambra Dolce Sicilia.
DOLCI DI FRUTTA SECCA
Per gli altri dolci a base di frutta secca come il buccellato di Palermo e altri basati su frutta candita andremo con un ammaliante Malvasia delle Lipari come quella di Barone di Villagrande o quella storica di Carlo Hauner, entrambi sono incredibilmente ricchi di note sapide e iodate oltre che dolcezza ed eleganza sopraffina. I vigneti con maggiore estensione si trovano a Salina ed a Stromboli e le uve sono raccolte in sovra-maturazione e poi lasciate appassire al sole per 10-15 giorni.
Gli abbinamenti ideali sono il Moscato ed il Passito due vini dolci siciliani prodotti nelle terre vulcaniche dell’isola di Pantelleria fortemente influenzata dal clima africano ove si trovano gli Alberelli di zibibbo di Alessandria, ovvero uve lasciate sulla pianta o raccolte e fate appassire al sole.
Il Moscato di Pantelleria si ottiene dagli acini freschi torchiati a mano e si presenta di un bel giallo ambrato, dai profumi intensi che ricordano fiori e frutti maturi, albicocche, zagara e fichi. Al palato è dolce e aromatico.
Il Passito di Pantelleria è frutto delle uve messe ad appassire su graticci al sole. Il suo colore è giallo dorato con tendenza all’ambrato. Il profumo di frutta appassita come fichi, datteri, albicocche ed al palato dolce, aromatico e fresco con una leggera nota di sapidità che lo rende equilibrato. La persistenza…lunga.
Quindi, per i dolci della pasticceria secca e di mandorle la scelta numero sono i Passiti di Pantelleria come il Bukkuram Sole d’Agosto di Marco de Bartoli, dal naso di albicocche e fichi e una bocca ricca e suadente con mineralità e iodato favolosi, o il classico sempre ottimo Donnafugata Passito di Pantelleria fitto di zagara e arancio candito, iodio e timo, albicocca, pesca gialla, finale con alternanza tra note anche appena amare che lo rendono irresistibile o qualcosa di meno tradizionale come il Feudo Arancio Hekate dal profumo intenso e dolcissimo con note floreali molto calde ben abbinate ad un tropicale ricco.
Per i dolci a base di pasta reale scegliamo il Moscato dello Zucco di Cusumano, ricchissimo e sopra le righe sia al naso che in bocca ma davvero prodigioso per impatto fruttato o il Baglio di Pianetto Ra’is citrino, ginepro e salvia, limone vanigliato, bocca ricca con finale fresco e limonoso.
Per arance candite e altra frutta in pasticceria osiamo una chicca come il Marsala Intorcia Ambra Dolce Riserva Heritage con le sue note di caramello, zenzero, arancio candito e resina, cacao e toffee.
IL CIOCCOLATO DI MODICA
Modica, nella provincia di Ragusa, è nota per le sue chiese barocche e patria del cioccolato siciliano. Il suo sapore è molto particolare e diverso dal classico cioccolato: l’interno è più grezzo.
Nel 1880 è stata fondata la fabbrica di cioccolato più antica della Sicilia, fino a oggi in piena attività e molto famosa. La storia del cioccolato unisce la Sicilia – e in particolare la Contea di Modica – alla Spagna e trova le sue radici nella civiltà meso-americana degli Aztechi, abitanti del Messico. Alla scoperta del “Nuovo Mondo”, gli spagnoli ebbero modo di conoscere una straordinaria varietà di generi alimentari, tra questi la xocoàtl, prodotto ricavato dai semi di cacao ed in grado di dare forza e vigore, ed indice di ricchezza e benessere.
Gli Aztechi ottenevano questo preparato macinando i semi di cacao su una pietra ricurva, poggiata su due basamenti trasversali, usando uno speciale matterello anch’esso in pietra. La pasta di cacao così ottenuta veniva poi mescolata con spezie e l’impasto veniva quindi sfregato sul “metate”, fino a quando il composto non s’induriva. Fu durante la loro dominazione in Sicilia che gli Spagnoli introdussero la lavorazione del cioccolato, così come l’avevano appresa da quel popolo tanto lontano. Il cioccolato, non passò mai alla fase industriale, rimanendo immutato fino a oggi.
Cioccolata ai gusti vaniglia, cannella e peperoncino, ma anche un liquore, anch’esso al gusto di peperoncino, per ricoprire gelati, dolci o da bere a fine pasto. Modica è una città dove un tempo esisteva la bellissima figura del ciucculattaru, il quale si portava dietro il metate su di un carro, per produrre di casa in casa ciò che i suoi compaesani ritenevano un alimento, prima ancora che un dolce.
La cioccolata (sia in tavoletta come quella di Modica o nelle torte) si abbina bene con il Marsala Fine Rubino o un intenso Marsala Vergine Soleras Pellegrino adatto anche a dolci secchi con mandorle.
La pasticceria siciliana ricca di frutta secca si sposa perfettamente con i vini dolci dell’isola nei quali si ritrovano qualità organolettiche che richiamano la mandorla, nocciole e fichi secchi, oltre a confetture. I vini prodotti con le uve Moscato d’Alessandria o Zibibbo, come il celebre Moscato di Pantelleria, il Moscato Bianco da cui deriva il Moscato di Siracusa e Noto, la Malvasia delle Lipari, protagonista delle isole Eolie, e lo storico Marsala, prodotto anche negli stili dolce, hanno un buon volume alcolico che esalta tutti i dolci, in particolare quelli preparati con la ricotta, poiché aiuta a contrastare la succulenza.
GELATO E SORBETTO
Un capitolo a parte meritano sorbetti e gelati, dei veri e propri trionfi di gola e sapore, che fanno parte di una delle più rinomate tradizioni dolciarie. Durante l’estate da maggio a ottobre, è abitudine, fin dal mattino, a colazione e durante la giornata, consumare la granita con o senza panna e la brioche. La granita, che deriva dal sorbetto, viene preparata nei gusti alla frutta, caffè, cioccolato, latte di mandorla e gelsomini.
La granita a Palermo ha determinate caratteristiche, diverse da quelle preparate a Catania, Acireale e Messina. Nei secoli scorsi, la granita veniva servita nei grandi banchetti dei nobili, tra una pietanza e l’altra, per facilitare l’ingestione di piatti più elaborati e tale abitudine è ancora comune ai giorni nostri.
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